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Fare trading in opzioni

13/11/2019

Tra le novità di fine 2017-inizio 2018 c’è sicuramente il boom delle valute virtuali. Piaccia o non piaccia, hanno attirato l’attenzione di investitori e addetti ai lavori, tanto che alcuni mercati regolamentati hanno previsto l’imminente quotazione di future e opzioni aventi come sottostanti proprio queste valute/commodity. Tra i primi a dare l’annuncio, il grande mercato statunitense CME. Ma cosa sono esattamente le opzioni?

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Che cosa sono le opzioni e quali sono le differenze con le opzioni binarie

Sgombriamo subito il campo da un equivoco: le opzioni propriamente dette non sono la stessa cosa delle opzioni binarie. Pur trattandosi di due strumenti finanziari derivati, le opzioni binarie sono molto più simili a scommesse, tanto che in alcuni Paesi la normativa le identifica appunto come scommesse, sottoponendo il controllo su di esse all’autorità locale sul gioco d’azzardo.
Le opzioni di cui trattiamo in questo articolo, invece, sono strumenti complessi, soggetti a numerose variabili (ovvero a numerosi fattori di rischio) e adatti a trader con un almeno po’ di esperienza alle spalle.

Il fatto che siano derivati indica che chi fa trading in opzioni negozia dei contratti che fanno riferimento a un sottostante. Questo può essere di qualunque tipo: azioni, obbligazioni, altri derivati, valute, merci, indici, ma anche una combinazione di più tipologie differenti. Di derivati quotati però ce ne sono di vari tipi: alcuni sono contratti (come i future), altri sono titoli emessi da banche (covered warrant, certificati), senza contare i derivati OTC come i CFD (contratti differenziali).

La differenza tra opzioni e future

Cosa distingue quindi le opzioni dagli altri? Intanto si tratta di contratti, ma soprattutto si differenziano dai “cugini” future perché rispetto a questi conferiscono il diritto (e non l’obbligo) di negoziare il sottostante alle condizioni stabilite dal contratto stesso (in questo caso, di “esercitare l’opzione”). Le condizioni possono regolare la scadenza del contratto, il prezzo di esercizio dell’opzione (strike pricestrike o prezzo d’esercizio) e il premio previsto.

Il contratto di opzioni conterrà quindi in sé delle clausole (es. al raggiungimento di un certo livello di prezzo o a una certa data si potrà vendere o comprare o eseguire altre azioni) che il possessore potrà decidere di rispettare se in quel momento – magari settimane o mesi dopo l’acquisto – lo riterrà opportuno e adeguato alla sua strategia d’investimento.

Tipologie di opzioni

Nelle opzioni con scadenza di tipo europeo è possibile esercitare l’opzione prevista dal contratto soltanto alla data prevista, mentre nelle opzioni con scadenza di tipo americano l’esercizio è possibile in qualunque momento. Le opzioni sono definite call quando prevedono la possibilità di acquistare il sottostante, mentre sono dette put se consentono di venderlo. Anche le opzioni, infine, devono essere negoziate per lotti minimi di sottostante (es. un contratto di opzione su un singolo titolo azionario può prevedere un lotto minimo di 1.000 azioni, il cui ammontare sarà quindi calcolato moltiplicando per 1.000 il valore di un’azione).

I mercati per negoziare le opzioni

In Italia il principale mercato per le opzioni è rappresentato dall’IDEM, listino degli strumenti derivati gestito da Borsa Italiana; in esso sono quotate le opzioni sull’indice FTSE MIB (ovvero le MIBO) e 77 opzioni su azioni. Nella tabella che segue sono indicati i mercati mondiali effettivamente accessibili ai trader italiani (cioè realmente offerti dai broker online autorizzati da Consob a operare in Italia) su cui sono negoziabili opzioni (fonte: Annuario del Trading Online Italiano).

Le greche

Come anticipato all’inizio, la negoziazione delle opzioni presenta numerosi fattori di rischio, sia in quanto contratti derivati, sia per specifiche caratteristiche di questo strumento finanziario. Per semplificare, possiamo dire che i principali fattori di rischio di un’opzione vengono tecnicamente espressi attraverso funzioni matematiche, ognuna delle quali è rappresentata da una lettera greca.

Per questo, operando con le opzioni, avrete necessariamente a che fare con quelle che vengono familiarmente definite “le greche”, qui indicate nella versione maiuscola e minuscola e secondo l’ordine dell’alfabeto latino. Da notare che il valore delle greche può essere espresso sia in valuta (es. euro) sia in numero di contratti.

  • Delta (Δ, δ): variazione del prezzo premio dell’opzione al variare del prezzo del sottostante;
  • Gamma (Γ, γ): accelerazione della variazione del prezzo premio dell’opzione rispetto al prezzo del sottostante;
  • Lambda (Λ, λ): effetto leva, ovvero la variazione percentuale attesa rispetto alla variazione di un punto percentuale del sottostante;
  • Rho (Ρ, ρ): variazione del premio dell’opzione al variare del tasso d’interesse privo di rischi;
  • Theta (Θ, θ): variazione del premio dell’opzione rispetto al tempo che manca alla scadenza del contratto;
  • Vega (che non è una lettera greca ma viene rappresentata solitamente con la lettera greca minuscola ν che corrisponde alla nostra n, o con la maiuscola latina V): variazione del premio dell’opzione rispetto alla volatilità implicita del sottostante.

Esempi di strategie con le opzioni

Il fatto che le opzioni possano essere “costruite” con più contratti di tipo diverso, permette di sfruttare strategie molto complesse, favorite da piattaforme ottimizzate per questo tipo di operatività.

Le maschere di inserimento ordini degli applicativi più evoluti, infatti, offrono la possibilità di combinare più ordini su opzioni differenti, in modo da sfruttare al meglio, in ogni fase di mercato, le migliori combinazioni, sia in vendita sia in acquisto.

Qualche esempio per capire meglio di cosa stiamo parlando. I nomi delle strategie in opzioni più note sono molto fantasiosi: Long Straddle prevede l’acquisto di due opzioni con medesimi scadenza e strike price, ma una put e una call (in caso di sia incerti sulla direzione che prenderà il mercato); la Butterfly Long (così definita per ché il relativo grafico ricorda una farfalla) può essere realizzata acquistando un’opzione call con scadenza nel momento X1, due opzioni call con scadenza X2 e acquisto di una call con scadenza X3: si tratta di una strategia per fasi di mercato con scarsa volatilità e con visione al rialzo del mercato; la strategia Iron Condor, infine, prevede la combinazione di quattro opzioni, due call e due put, con la stessa scadenza ma con strike price diversi.

di Andrea Fiorini

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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