La borsa serale: com’è cambiato il Trading After Hours di Borsa Italiana
Trading serale non è un’espressione romantica per indicare l’attività di negoziazione telematica sui mercati che si fa quando il sole cala all’orizzonte, ma è una definizione tecnica usata per quei mercati che consentono di effettuare le contrattazioni anche oltre il normale orario diurno.
In linea generale, ciò può avvenire in tre modalità differenti:
- con la semplice estensione dell’orario, spostando quindi la chiusura senza altri filtri tecnici;
- realizzando un mercato (regolamentato, MTF o segmento) distinto da quello principale;
- estendendo l’orario per l’inserimento degli ordini, che però verranno immessi sul mercato soltanto nella seduta successiva.
A queste tre “estensioni” si aggiunge poi l’operatività sui circuiti di scambio OTC, come per esempio il Forex: in questo caso, proprio per la sua natura non regolamentata, la negoziazione dei cambi avviene per circa 23 ore e mezzo al giorno (esclusa una “finestra” di circa mezz’ora che in Italia si apre alle 23), quindi con il Forex è possibile fare non solo trading serale ma anche notturno.
Il trading serale su mercati regolamentati o MTF italiani può essere sfruttato da coloro che per motivi di lavoro non possono operare di giorno ma, come vedremo, porta con sé dei rischi che non vanno sottovalutati.
Trading After Hours da mercato a MTF
In Italia il trading serale è stato lanciato da Borsa Italiana il 15 maggio 2000 con la denominazione di Trading After Hours o TAH. Fino all’11 luglio 2016 il TAH era un mercato regolamentato, con norme proprie rispetto all’MTA(Mercato Telematico Azionario, il circuito principale italiano per le azioni). Quest’ultimo terminava alle 17.30 e chiudeva prezzi e scambi, mentre il TAH – su cui era quotata solo una selezione di titoli dell’MTA – apriva alle 18 con prezzi e scambi non collegati a quelli del mercato principale, per chiudere alle 20.30.
A metà 2016 Borsa Italiana ha modificato la struttura del trading serale. È stato dapprima creato un nuovo circuito, il Bit Equity MTF, poi in esso sono stati fatti confluire sia l’ex MTA International (titoli azionari dell’area OCSE) ridenominato Bit GEM, sia l’ex Trading After Hours, che è stato quindi trasformato in segmento di MTF ed ha assunto la denominazione semplificata di After Hours, anche se viene ancora molto spesso utilizzato il vecchio nome. L’orario di negoziazione 18-20.30 è rimasto invariato. Ai trader italiani è messo a disposizione da sei broker online sugli oltre 130 autorizzati da Consob.
Ricordiamo che, tecnicamente, le differenze principali tra mercato regolamentato e MTF sono che il secondo quota soltanto titoli già collocati su altri mercati e che le normative lo considerano un “servizio” (che la Borsa fa offre agli intermediari) e non un “mercato”. Attualmente sull’After Hours è possibile negoziare 108 titoli azionari.
L’Europa tira tardi
Nel Vecchio Continente non sono molti i mercati disponibili per il trading serale. Tra questi, per fare qualche esempio, troviamo l’Eurex e l’LMax. Sul primo è possibile fare trading fino alle 22 con future su indici e settoriali, mini VStoxx e mini FDax, mentre sul secondo (che è un MTF per cambi e valute) è possibile operare, fino alle 20 in CFD sulle 35 principali azioni spagnole, fino alle 22 in CFD su 30 big cap tedesche e fino alle 23 su Forex, CFD su titoli azioni di altri Paesi europei e commodity. Anche la Borsa di Francoforte resta aperta fino alle 20, ma dalle 17.30 alla chiusura è accessibile solo agli intermediari.
Extended hours negli Stati Uniti e oltre
Il trading serale negli USA viene definito After Hours Trading o AHT e sui principali mercati azionari, cioè NYSE e Nasdaq, si concretizza nella forma dell’extended hours, cioè nell’orario che va dalle 16 alle 20 ora di New York (dalle 22 alle 2 in Italia). Ciò avviene anche per alcuni ECN (circuiti di scambio alternativi assimilabili agli MTF europei): è il caso di Bats, che consente l’operatività fino alle 22.
A proposito dell’orario di trading, va tuttavia ricordato l’elemento rappresentato dai fusi orari. Quando in Italia è sera e si avvia l’After Hours, in altre parti del mondo i mercati si aprono o sono già aperti da ore. Quello che è quindi trading serale nel nostro Paese non lo è necessariamente negli altri.
Per capirci meglio, i mercati azionari statunitensi sopra citati aprono alle 9.30 e chiudono alle 16 rispetto all’ora locale di New York. Poiché l’orario mondiale viene calcolata partendo dall’ora inglese (GMT 0) e l’Italia è un’ora avanti rispetto ad esso (GMT +1), l’orario di New York è sei ore indietro rispetto a noi (GMT -5). Quindi, come tutti i trader esperti sanno, New York apre alle 15 ora italiana e chiude alle 22. Ovvero, un perfetto trading after hours. Che, come visto sopra, può estendersi (se il broker lo consente) anche fino alle 2 di notte.
Questo ragionamento consente di estendere l’operatività serale ai mercati di tutti quei Paesi che aprono o sono attivi a partire dalla chiusura delle 17.30 della piazza italiana.
Rischi del trading serale
Operare al calar del sole, però, non è come operare durante il normale orario diurno, ma vi sono dei rischi aggiuntivi che derivano dalle peculiarità di questi circuiti, in particolare, ovviamente, dall’orario.
La sera infatti gli impiegati chiudono il computer e tornano a casa. Quindi anche (quasi tutti) i dipendenti delle banche e degli intermediari, quindi anche i trader professionisti e gli operatori di mercato. Ciò significa che i volumi e gli eseguiti, di sera, crollano e diventa più complesso trovare controparti e prezzi adeguati alle aspettative “diurne”.
I rischi principali sono quindi quelli di una minore liquidità (ci sono meno soldi che circolano e meno trader interessati a negoziare), di una connessa maggiore volatilità (i prezzi hanno oscillazioni numericamente inferiori alla media ma superiori come variazione percentuale) e di una significativa discrepanza rispetto ai prezzi del mercato diurno (quindi se compro a 10 magari la mattina mi ritrovo un’apertura a 9), soprattutto se da regolamento non vi è connessione tra il mercato diurno e quello serale, oltre a una maggior distanza tra i diversi livelli di prezzo (spread).
Un altro rischio è quello delle notizie sensibili di mercato (price sensitive), che possono essere volutamente diffuse a mercati aperti per influenzare l’andamento del titolo oppure a mercati chiusi per ottenere un minor impatto su di essi. Ma “mercati chiusi” significa mercati diurni chiusi, non quelli serali. Quindi una notizia importante diffusa la sera può far oscillare fortemente l’after hours anche a causa della sua ridotta liquidità.
di Andrea Fiorini
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