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Previdenza obbligatoria: come funziona e caratteristiche

Previdenza obbligatoria, funzionamento e caratteristiche
09/06/2025

La pensione è un traguardo importantissimo, ma non sempre l’assegno soddisfa le aspettative. La posizione previdenziale può essere stimata in base all’anzianità contributiva ovvero ai contributi versati e alla data di iscrizione alla previdenza obbligatoria, o primo pilastro, sistema di protezione sociale fondamentale del welfare italiano. Da cosa dipende l’importo della pensione e come integrare la copertura previdenziale obbligatoria?

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Cos’è e come funziona la previdenza obbligatoria in Italia?

La previdenza obbligatoria è un sistema pubblico di protezione sociale che assicura ai lavoratori una copertura pensionistica e assistenziale. In Italia, l’ente principale che gestisce le forme pensionistiche obbligatorie è l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), mentre alcune categorie professionali sono iscritte a casse previdenziali specifiche.

Il sistema italiano è basato sul principio della ripartizione: i contributi versati dai lavoratori attivi vengono utilizzati per pagare le pensioni di chi è già in quiescenza.

Nel corso degli anni, il sistema previdenziale italiano ha subito diverse riforme per garantirne la sostenibilità finanziaria. Una delle principali modifiche è stata l’introduzione del metodo contributivo nel 1995, che ha sostituito il precedente sistema retributivo. Con il metodo retributivo, la pensione era calcolata sulla base delle ultime retribuzioni, mentre con il contributivo l’importo della pensione dipende dai contributi effettivamente versati durante la carriera lavorativa. Questa riforma ha reso il sistema più sostenibile nel lungo periodo, ma ha anche comportato una riduzione dell’importo delle pensioni future, spingendo molti lavoratori a considerare la previdenza complementare per integrare il reddito pensionistico.

Come avviene l’iscrizione alle forme previdenziali obbligatorie?

L’iscrizione alla previdenza obbligatoria per i lavoratori dipendenti avviene in automatico al momento dell’inizio di un rapporto di lavoro: in questo caso, è il datore di lavoro a iscrivere il lavoratore all’INPS e a versare i contributi. I lavoratori autonomi non appartenenti a specifiche categorie professionali, invece, devono iscriversi in prima persona presso la gestione separata INPS.

Per i professionisti, infine, l’iscrizione avviene tramite l’ordine professionale, che gestisce la cassa previdenziale di riferimento: Cassa Forense (avvocati), CNPADC (commercialisti), ENPAM (medici e odontoiatri), INARCASSA (ingegneri e architetti), ENPAV (veterinari), ENPACL (consulenti del lavoro), ENPAPI (infermieri), CIPAG (geometri), EPPI (periti industriali), CNPR (ragionieri), ENPAF (farmacisti), ENPAB (biologi), INPGI (giornalisti).

Come verificare la propria posizione previdenziale obbligatoria

È possibile verificare e controllare la propria posizione previdenziale accedendo al cassetto previdenziale INPS tramite SPID, CIE o CNS. Qui è possibile consultare l’estratto conto contributivo, che riporta i contributi previdenziali versati e gli eventuali periodi scoperti.
L’INPS mette a disposizione anche un simulatore che permette di stimare l’importo della pensione, al termine dell’attività lavorativa, basato sulla normativa al momento in vigore,
Verificare regolarmente la propria posizione contributiva consente di individuare tempestivamente eventuali anomalie o mancate registrazioni dei contributi, che possono incidere sul diritto alla pensione.

Il sistema di ripartizione nella previdenza obbligatoria

Sulla base del principio della ripartizione, i contributi versati all’ente di previdenza servono a finanziare l’assegno di chi ha già maturato il diritto alla pensione. A sua volta, chi andrà in pensione in futuro dovrà contare sui lavoratori attivi per vedersi finanziata la prestazione.

Completamente diverso è invece il criterio della previdenza complementare, basata su un sistema di finanziamento a capitalizzazione.  Vediamo più nel dettaglio cosa cambia rispetto alle forme previdenziali obbligatorie.

Differenza tra previdenza obbligatoria e complementare

La previdenza obbligatoria è il pilastro del sistema pensionistico italiano e garantisce una copertura economica ai lavoratori una volta raggiunta l’età pensionabile. Tuttavia, per una maggiore sicurezza finanziaria, è utile considerare  l’opportunità di integrare la pensione pubblica  per mezzo delle opzioni rese disponibili dalla istituzione d dela previdenza complementare, che sonoi Piani Individuali Pensionistici (PIP) ed i Fondi di Previdenza Complementare, chiusi, aperti, individuali o collettiviche offrono soluzioni personalizzate per accumulare risparmi destinati alla pensione.

Chi aderisce alle forme di previdenza complementare lo fa per migliorare le proprie prospettive economiche in vista del pensionamento. Le principali differenze rispetto alla previdenza obbligatoria sono:

  • Adesione volontaria, a differenza della previdenza obbligatoria, che riguarda tutti i lavoratori.
  • Gestione privata, con fondi affidati a soggetti specializzati anziché a un ente pubblico.
  • Flessibilità nei versamenti, con la possibilità di scegliere importi e periodicità dei contributi.
  • Possibilità di anticipi e riscatti, mentre la pensione obbligatoria è accessibile solo al raggiungimento dei requisiti di età e contributi.
  • Vantaggi fiscali, tra cui la deducibilità dei contributi e un’aliquota ridotta sui rendimenti.
  • Personalizzazione dell’investimento, con diverse linee di gestione in base al profilo di rischio.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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