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Rivalutazione pensioni nel 2025 e adeguamento all’inflazione

rivalutazione pensioni
26/05/2025

La rivalutazione delle pensioni pubbliche è un meccanismo previsto dal nostro ordinamento per adeguare parzialmente i redditi dei pensionati all’inflazione, ovvero all’aumento generalizzato dei prezzi.  dei beni e servizi. Questo meccanismo è essenziale per preservare il potere d’acquisto dei pensionati, evitando che l’incremento dei prezzi riduca il valore reale delle somme percepite.

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Rivalutazione delle pensioni: di cosa si tratta?

L’inflazione rappresenta l’aumento generale dei prezzi nel tempo e può erodere significativamente il potere d’acquisto, soprattutto per chi vive di un reddito fisso come i pensionati. Senza un corrispondente innalzamento periodico delle pensioni, i beneficiari rischierebbero di vedere gradualmente diminuire la loro capacità di acquistare beni e servizi essenziali.

È qui che entra in gioco la rivalutazione delle pensioni, nota anche come perequazione automatica, meccanismo che, appunto, ogni anno adegua gli importi delle pensioni all’inflazione, assicurando che i beneficiari possano mantenere un tenore di vita dignitoso.

L’ISTAT svolge un ruolo cruciale in questo contesto, poiché è l’organismo deputato a rilevare le variazioni dei prezzi al consumo sulla base dei quali il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) fissa annualmente il tasso di perequazione, garantendo che gli adeguamenti siano basati su dati oggettivi e aggiornati.

L’indice di rivalutazione viene calcolato a fine anno sulla base di un valore tendenziale provvisorio e confermato l’anno successivo, una volta disponibile il dato statistico definitivo. Sulla base di questo, l’INPS effettua eventuali conguagli sugli assegni già erogati.

Come funziona la perequazione delle pensioni nel 2025

Per l’anno 2025, il tasso di rivalutazione per le pensioni è dello 0,8%, come stabilito dal decreto MEF del 15 novembre 2024, a fronte di un tasso di inflazione reale dell’1%. . I nuovi aumenti per le pensioni, calcolati applicando questo tasso, sono scattati a partire dal 1° gennaio 2025.

Si noti che la rivalutazione non è uniforme per tutti i pensionati, ma varia in base all’importo della pensione percepita, seguendo un sistema a fasce di reddito.

Oltre alla rivalutazione di tutti gli assegni pensionistici in essere, è previsto anche, per chi andrà in pensione nel 2025, un aggiornamento del tasso di capitalizzazione per la rivalutazione dei montanti contributivi acquisiti al 31 dicembre del 2023: il tasso ora tocca quota 1,036622, che equivale a una rivalutazione del 3,6622%.

Cosa cambia con l'adeguamento delle pensioni nel 2025

L’adeguamento delle pensioni all’inflazione nel 2025 introduce alcune novità significative rispetto agli anni precedenti. In particolare, si segnalano:

  • Un tasso di rivalutazione ridotto: il tasso di perequazione delle pensioni per il 2025 è dello 0,8%, molto inferiore rispetto al 5,4% applicato nel 2024.
  • Il ritorno al sistema di rivalutazione a fasce: dopo l’utilizzo del sistema a scaglioni nel 2024, nel 2025 si torna al meccanismo a fasce, come previsto dalla legge 160/2019. Questo sistema prevede percentuali di rivalutazione decrescenti al crescere dell’importo della pensione, garantendo una maggiore tutela alle pensioni più basse.

Rivalutazione pensioni INPS 2025: come si applica?

La rivalutazione delle pensioni INPS per il 2025 segue un meccanismo a fasce progressive nel quale l’aumento viene applicato in misura piena (100%) alle pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo, mentre per le fasce superiori si applicano percentuali ridotte. Questo sistema progressivo garantisce che le pensioni più basse beneficino di un adeguamento completo, mentre quelle più elevate subiscano una rivalutazione parziale.

Rivalutazione delle pensioni a fasce: come funziona e chi ne beneficia

Il sistema di rivalutazione a fasce applicato nel 2025, nello specifico, funziona nel seguente modo:

  • Pensioni fino a quattro volte il minimo INPS (fino a €2.393,60): rivalutazione al 100% del tasso, quindi aumento dello 0,8%.
  • Pensioni tra quattro e cinque volte il minimo INPS (€2.393,60 – €2.992,00): rivalutazione al 90% del tasso, quindi aumento dello 0,72%.
  • Pensioni oltre cinque volte il minimo INPS (oltre €2.992,00): rivalutazione al 75% del tasso, quindi aumento dello 0,6%.

Questo sistema progressivo mira a proteggere maggiormente le pensioni più basse: per i redditi più modesti le pensioni aumenteranno di più, con un adeguamento completo, mentre le persone con pensioni più elevate riceveranno incrementi proporzionalmente ridotti.

Aumento pensioni 2025: tabella con esempi al netto

Di quanto aumenteranno, quindi, le pensioni? Per comprendere meglio l’impatto della rivalutazione sulle diverse fasce di pensione, ecco una tabella che mostra gli aumenti previsti nel 2025:

Importo pensione mensile lordo Percentuale di rivalutazione Aumento mensile lordo Nuovo importo mensile lordo
€1.000 0,8% €8,00 €1.008,00
€2.000 0,8% €16,00 €2.016,00
€2.500 0,8% fino a €2.393,60
0,72% su €106,40
€19,15 €2.519,15
€3.000 0,8% fino a €2.393,60
0,72% su €599,40
0,6% su €6,00
€23,51 €3.023,51

 

Le misure previste per l'adeguamento delle pensioni minime

La pensione minima, prestazione economica destinata a garantire un reddito minimo a chi percepisce un trattamento pensionistico inferiore ai limiti stabiliti dalla legge indipendentemente dalla carriera contributiva, è un cardine del funzionamento del sistema pensionistico italiano.

Nel 2024 le pensioni minime hanno beneficiato di una “super-rivalutazione”, con un aumento più consistente rispetto agli anni precedenti, per tutelare il potere d’acquisto dei pensionati con redditi più bassi. Questa misura ha rappresentato un intervento eccezionale, volto a compensare l’elevata inflazione registrata nei mesi precedenti.

Per il 2025, invece, l’adeguamento della pensione minima decretato dalla Legge di Bilancio porta a un importo minimo pari a 603,40 euro al mese, corrispondenti a 7.844,20 euro all’anno: è stato prorogato fino al 2026 l’incremento straordinario per le pensioni minime introdotto dalla legge n. 197/2022 art. 1 comma 310, nella misura del +2,2% per il 2025 e + 1,3% per il 2026.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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