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Mutui a lavoratori autonomi: le principali problematiche e come risolverle

14/04/2020

Il lavoro autonomo ha tanti vantaggi: la libertà di impostare un business da zero, il fatto di poter gestire gli orari di lavoro e la possibilità di far crescere la propria realtà di giorno in giorno.

Allo stesso tempo, come tutto, ha qualche svantaggio. Tra questi, il fatto che ottenere l’approvazione di un mutuo diventa più difficile.

Sapendo come risolvere le problematiche associate al mutuo per i lavoratori autonomi, tuttavia, è possibile ottenere il via libera dell’istituto di credito e comprare casa. Molti liberi professionisti si sono già trovati in questa condizione in passato e sono riusciti nel loro intento. Qui vediamo come molti di loro siano riusciti a vedere approvata la propria richiesta di mutuo.

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Quali sono i problemi di un mutuo a lavoratori autonomi?

Solitamente sono i dipendenti a tempo indeterminato ad ottenere più facilmente l’approvazione di un mutuo. Questo perché la banca può confidare, già in partenza, nel fatto che il loro sia un reddito costante e certo.

Quando si parla di lavoro autonomo, invece, è normale che ci sia un margine più alto di incertezza. Certo, anche un dipendente a tempo indeterminato può rischiare il licenziamento o il fallimento dell’azienda per cui lavora; sono tuttavia situazioni relativamente rare, per lo meno rispetto alle differenze che può avere il reddito di un professionista nel corso del tempo.

In secondo luogo, un lavoratore dipendente accumula nel corso della sua carriera il Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Il TFR è un’ulteriore garanzia per la banca, che invece manca nel caso dei lavoratori autonomi.

La mancanza di una retribuzione costante e l’assenza del TFR rendono la banca più esposta al rischio, soprattutto quando il mutuatario desidera finanziare una parte importante della sua nuova casa attraverso il mutuo.

Sapendo come gli istituti di credito svolgono le valutazioni relative al mutuo, però, possiamo comunque vedere approvata la nostra richiesta.

Rata, reddito e percentuale di finanziamento

Anche se non ha uno stipendio fisso, è possibile stabilire quale sia il reddito medio di un professionista. Solitamente questo avviene utilizzando i dati del modello Unico inviato all’Agenzia delle Entrate nei due anni precedenti alla richiesta.

A questo punto, la banca valuta il reddito medio; se per un lavoratore dipendente è solitamente possibile raggiungere una rata pari al 30% del suo stipendio, di solito le banche preferiscono abbassare il rapporto rata/reddito nei mutui concessi ai lavoratori autonomi.

Anche se c’è un immobile che funge da garanzia, infatti, gli istituti di credito cercano di prevenire il più possibile i casi di inadempimento. Per i lavori autonomi si può fare anche stabilendo eventualmente delle rate trimestrali o semestrali, visto che i compensi dei professionisti non hanno una base perfettamente mensile come lo stipendio dei lavoratori dipendenti.

Questo non esclude, comunque, l’importanza dell’immobile che funge da garanzia. Trattandosi di un mutuo ipotecario, è evidente che la casa su cui viene iscritta l’ipoteca sia la principale fonte di garanzie per l’istituto di credito.

In teoria, è possibile che venga accolta anche la richiesta di un professionista che vuole una alta percentuale del valore del suo immobile tramite mutuo. Nella pratica, però, si tratta di un evento piuttosto raro che può avvenire solo in caso di forti garanzie esterne.

Abbassare la richiesta intorno al 50% del valore dell’immobile o meno, invece, rende decisamente più semplice vedere approvata la richiesta di finanziamento.

Mutuo per professionisti e lavoratori autonomi: consigli utili e garanzie esterne

Ci sono alcuni consigli, oltre a quelli già citati, che aumentano la probabilità di vedere approvata la propria richiesta di finanziamento.

Un fatto interessante da conoscere, ad esempio, riguarda il tipo di immobile su cui viene richiesto il mutuo. Le banche concedono più facilmente un mutuo residenziale ai professionisti, piuttosto che un mutuo per immobili da adibire a ufficio o attività produttive.

Inoltre il ruolo delle garanzie esterne, spesso sottovalutate, può aiutare a ottenere il via libera dell’istituto di credito.

Un esempio interessante è quello delle associazioni di categoria. Alcune associazioni tra professionisti aiutano gli iscritti a ottenere un mutuo più facilmente ponendosi come garanti. Esistono associazioni professionali che, tramite il proprio patrimonio, offrono una garanzia agli aderenti che in alcuni casi arriva fino al 50% del valore del mutuo.

Può essere utile verificare se ci sono associazioni che possono aiutarti da questo punto di vista, garantendo per te almeno su una parte del finanziamento richiesto alla banca.

Un’altra forma di garanzia esterna è la fideiussione, molto comune soprattutto per i mutuatari più giovani. In questo caso un’altra persona si impegna, con il suo patrimonio, a versare le rate per conto del mutuatario in caso quest’ultimo risultasse inadempiente.

Calibrando la richiesta fatta alla banca, utilizzando al meglio le garanzie esterne e moderando il rapporto rata/reddito, per un professionista oggi è tutt’altro che impossibile vedere approvata la propria richiesta di mutuo.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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L’erogazione del finanziamento è subordinata alla normale istruttoria da parte della banca. Il credito è garantito da un’ipoteca sul diritto di proprietà o su altro diritto reale avente per oggetto un bene immobile residenziale.

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