Mutuo a tasso misto: quando conviene e come funziona

Anche se non tutti lo sanno, il mutuo a tasso variabile e quello a tasso fisso non sono le uniche due forme di mutuo offerte dalle banche ai loro clienti. Le varianti a tasso misto, a tasso variabile con cap e altre forme di mutuo si stanno affermando in tutto il mondo e diventano via via più popolari anche in Italia.
L’obiettivo di queste varianti è combinare i vantaggi dei mutui a tasso fisso e variabile, creando delle formule ibride che si possono adattare meglio alle esigenze di alcune persone.
Oggi, in particolare, vogliamo parlare dei mutui con tasso misto. Oltre ad essere tra le soluzioni più interessanti in generale per chi cerca un mutuo, questi si rivelano particolarmente interessanti in un momento storico come quello attuale.
Nell’articolo descriveremo tutto quello che c’è da sapere sul tasso misto, e ti daremo anche alcune indicazioni pratiche per capire se questa tipologia di mutuo possa fare al caso tuo.
Cos'è il mutuo a tasso misto?
Il mutuo a tasso misto è una tipologia di finanziamento che prevede una combinazione di tasso fisso e tasso variabile. Questa formula offre un’alternativa intermedia rispetto ai mutui tradizionali, pensata per chi cerca un equilibrio tra stabilità e possibilità di risparmio. L’obiettivo è fornire al mutuatario una maggiore flessibilità, permettendogli di adattare il piano di rimborso all’andamento dei tassi nel tempo o di mitigare il rischio con una soluzione ibrida.
In concreto, esistono due principali modalità di applicazione del tasso misto, diverse per funzionamento e finalità.
Come funzionano i mutui a tasso misto?
I mutui a tasso misto si dividono in due categorie:
- Bilanciati – I mutui a tasso misto bilanciato prevedono che gli interessi vengano calcolati in parte usando un tasso fisso e in parte usando il tasso variabile. In ogni rata, dunque, sono presenti sia l’uno che l’altro sistema di calcolo;
- Con opzione – Modalità adottata da Banco BPM. Il tasso misto con opzione prevede, al contrario di quello bilanciato, che in ogni rata sia usato soltanto il tasso fisso oppure quello variabile. È il mutuatario a decidere quando cambiare tra un sistema e l’altro, in modo da poter scegliere l’opzione più conveniente in ogni contesto. Attenzione, però, perché questo cambiamento non può essere fatto sempre: nel contratto di mutuo sono stabilite solitamente le date in cui è possibile decidere di cambiare tra un sistema e l’altro.
Il mutuo con tasso misto bilanciato nasce per dividere il rischio. Se scegliamo di avere le due componenti presenti in ogni rata, siamo sicuri di non ritrovarci mai nella condizione più sconveniente (ma nemmeno in quella più conveniente). Una scelta ottimale per chi mette la prudenza al primo posto.
Il mutuo con opzione, invece, è preferibile per chi segue l’andamento dei mutui e sa muoversi di conseguenza. Se nei momenti in cui puoi cambiare la tipologia di tasso riesci a mantenerti sul versante più conveniente, potrai sfruttare la tua capacità di analisi per trovarti sempre nella condizione migliore.
Vantaggi e svantaggi del mutuo a tasso misto
Il mutuo a tasso misto presenta pro e contro. Tra i vantaggi troviamo:
- Flessibilità: con il tasso misto con opzione è possibile modificare, in date prestabilite o in un momento a scelta del cliente, la tipologia di tasso applicata.
- Controllo del rischio: il tasso misto bilanciato consente di ridurre l’impatto delle variazioni dei mercati finanziari, distribuendo il rischio tra le due formule.
- Adattabilità alle condizioni di mercato: è possibile sfruttare le fasi favorevoli dei tassi, passando da una modalità all’altra per ottenere condizioni più vantaggiose.
Ecco, invece, alcuni svantaggi del tasso misto:
- Minore prevedibilità della rata: rispetto al tasso fisso, il misto può comportare variazioni della rata nel periodo in cui il mutuo è indicizzato ad un tasso variabile.
- Complessità contrattuale: le clausole che regolano i passaggi da un tasso all’altro richiedono attenzione, per non farsi cogliere impreparati.
- Possibile costo maggiore nel lungo periodo: se i cambi di tasso non vengono gestiti strategicamente, si rischia di pagare più di quanto si sarebbe speso con un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile puro.
Fino a qualche anno fa il tasso variabile sembrava quasi sempre la scelta più vantaggiosa, grazie a livelli storicamente bassi dei tassi d’interesse. Oggi, però, il contesto è cambiato. Dal 2022 la Banca Centrale Europea ha aumentato in modo significativo il proprio tasso di riferimento per contrastare l’inflazione. Questo ha inciso direttamente sull’Euribor, con un conseguente rialzo delle rate dei mutui variabili. Solo negli ultimi mesi si sta assistendo ad una tendenza al ribasso dei parametri di indicizzazione variabili.
Negli ultimi due anni, il tasso fisso è tornato ad avere un ruolo centrale nelle scelte di chi vuole stabilità e sicurezza nel lungo periodo: consente una pianificazione più chiara dell’impegno economico, evitando sorprese in caso di nuove impennate dei tassi.
Il tasso misto rappresenta oggi una via di mezzo ragionata, che consente di adattarsi nel tempo, con un buon compromesso tra convenienza e prudenza.
Mutuo a tasso fisso o surroga?
Dal 2007, ogni banca è tenuta a offrire gratuitamente la surroga del mutuo, cioè la possibilità di trasferirlo a un altro istituto per ottenere condizioni migliori. A prima vista, questa opzione potrebbe sembrare più vantaggiosa del mutuo a tasso misto con opzione, che consente il cambio di tasso solo in momenti prestabiliti.
In realtà, la surroga richiede tempo, confronti accurati tra offerte e gestione di pratiche burocratiche. Non è sempre facile trovare un’altra banca disposta a subentrare, e la nuova proposta deve essere più conveniente anche considerando eventuali costi accessori.
Il mutuo a tasso misto con opzione, invece, offre maggiore immediatezza e semplicità di gestione: permette di passare da fisso a variabile (o viceversa) seguendo le condizioni già previste dal contratto, senza cambiare banca. In ogni caso, anche questo tipo di mutuo può essere surrogato.
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