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Che cos’è la Tari: come si calcola e chi deve intestare la tassa rifiuti

12/10/2021

Nell’elenco di imposte e tributi che tutti noi, come cittadini, paghiamo per usufruire di vari servizi, figura anche la Tari: è così infatti che oggi si chiama la tassa sui rifiuti che, dal 2014, è andata a sostituire la vecchia Tares.

Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa imposta, da come si calcola a chi è tenuto a pagarla.

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Cos'è la tassa rifiuti (Tari)?

La Tari (acronimo di “tassa rifiuti”) è un’imposta comunale che ha lo scopo di finanziare i costi per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta, come spiegato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, “da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi”.

Prima di entrare nel dettaglio di che tassa è la Tari e quali sono i criteri per determinarne l’importo, è importante sottolineare che questa imposta segue un principio di equità secondo il quale ogni cittadino è tenuto a pagare in modo proporzionale sulla base dei rifiuti che produce.

Quando si paga la Tari

Trattandosi di un’imposta comunale, le scadenze di pagamento variano a seconda del Comune di residenza. Per capire quando si paga la Tari, dunque, è necessario informarsi direttamente presso gli uffici comunali o aspettare di ricevere a casa la comunicazione e il relativo bollettino.

In linea di massima la Tari prevede almeno due rate a scadenza semestrale, ma in alcuni casi può essere ripartita anche in tre rate che, volendo, possono essere pagate in un’unica soluzione. È possibile saldare l’importo direttamente con il bollettino postale che si riceve a casa, ma si può anche comodamente pagare online con modello F24 o con un bollettino MAV.

Come si calcola la Tari

Può capitare, ad esempio, che due famiglie composte dal medesimo numero di persone e che risiedano in due appartamenti simili si trovino a pagare importi diversi: ciò è dovuto al fatto che la Tari è un’imposta costituita da due quote:

  • una quota fissa stabilita dal proprio Comune e che prende in considerazione il costo del servizio, che viene poi moltiplicata per i mq dell’immobile;
  • una quota variabile, sempre stabilita dal proprio Comune, e che dipende dal numero di persone che risiedono nell’immobile.

Inoltre, ogni amministrazione ha la facoltà di mettere a disposizione dei propri cittadini agevolazioni e riduzioni d’imposta che, in genere, vengono calcolate sulla base del reddito familiare.

Chi paga la Tari

Tralasciando il caso specifico delle imprese e delle attività commerciali, in linea generale si può affermare che chi paga la Tari è la persona che risiede in un determinato immobile, indipendentemente dal fatto che si tratti del proprietario dello stesso o di un affittuario.

L’unica eccezione riguarda i contratti di locazione inferiori a 6 mesi (come, ad esempio, quelli relativi alle case vacanze): in questo caso, infatti, il pagamento della Tari spetta al proprietario dell’immobile.

Differenza tra Tari e Tasi

La Tari è solo uno dei tributi che va a comporre l’Imposta Unica Comunale (IUC): insieme a lei, infatti, figurano anche l’Imposta Municipale propria (IMU), di natura patrimoniale, e la Tassa per i Servizi Indivisibili (TASI).

Pur avendo nomi simili è importante notare che Tari e Tasi sono due imposte molto diverse tra loro: se la prima, come abbiamo visto, viene pagata in proporzione all’utilizzo che si fa del servizio, la Tasi riguarda i servizi indivisibili, vale a dire quelli di cui usufruiscono in generale tutti i cittadini.

Rientrano in questa categoria, ad esempio, la manutenzione delle strade o del verde cittadino, così come l’illuminazione pubblica o l’attività svolta dalla polizia locale.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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