Fideiussione e contratto autonomo di garanzia: differenze e caratteristiche

Quando si richiede la stipula di un mutuo, può accadere che la banca chieda ulteriori garanzie a tutela del rimborso. In questi casi, entra in gioco la figura del garante, un soggetto terzo che si impegna a subentrare nei pagamenti qualora il mutuatario non sia in grado di farvi fronte.
Per formalizzare questo impegno esistono due strumenti giuridici distinti, entrambi diffusi nella prassi bancaria: la fideiussione e il contratto autonomo di garanzia. Pur avendo una funzione simile – offrire alla banca una tutela aggiuntiva sul rimborso del finanziamento – si differenziano per struttura, vincoli normativi e grado di protezione accordato al garante del mutuo.
Principali differenze tra fideiussione e contratto autonomo di garanzia
Pur essendo strumenti giuridici distinti, fideiussione e contratto autonomo di garanzia condividono alcune caratteristiche fondamentali:
- in entrambi i casi, il garante si impegna a rimborsare la banca in caso di mancato pagamento del mutuatario;
- non è sempre necessario che il debitore principale sia formalmente inadempiente: la banca può rivolgersi direttamente al garante, nei limiti previsti dal contratto sottoscritto;
- entrambi gli strumenti sono richiesti quando le garanzie offerte dal mutuatario non sono considerate sufficienti (ad esempio, per un reddito limitato);
- il garante risponde con l’intero proprio patrimonio personale, senza limiti predeterminati, e potrebbe essere chiamato a saldare anche l’intero importo residuo del mutuo.
Tra i due strumenti esistono anche delle differenze sostanziali che incidono in modo significativo sul grado di protezione del garante e sull’autonomia del contratto:
- Accessorietà: la fideiussione è un contratto accessorio, cioè dipende direttamente dall’obbligazione principale (il mutuo). Il contratto autonomo di garanzia, invece, ha natura autonoma: l’obbligo del garante esiste e si attiva indipendentemente dall’effettiva validità o esecuzione del contratto principale;
- Possibilità di opporre eccezioni: nel caso della fideiussione, il garante può opporsi alla richiesta della banca facendo valere eccezioni giuridiche (ad esempio, la nullità del contratto principale o il cosiddetto beneficio di escussione, che obbliga la banca a rivolgersi prima al debitore). Nel contratto autonomo di garanzia, invece, il garante è tenuto a pagare “a prima richiesta e senza eccezioni”, salvo che riesca a dimostrare il dolo del creditore;
- Autonomia contrattuale: mentre la fideiussione è disciplinata in modo dettagliato dal codice civile (articoli 1936 e seguenti), il contratto autonomo di garanzia è una figura di origine giurisprudenziale, che consente maggiore flessibilità nella sua formulazione. Questo lo rende uno strumento più efficace per le banche, ma anche più oneroso per il garante.
La fideiussione bancaria: una garanzia accessoria
La fideiussione, rispetto al contratto autonomo, è una garanzia meno forte per la banca.
La motivazione va ricercata nel codice civile. La fideiussione, infatti, è al centro di un intero capo del codice civile e si deve muovere all’interno delle disposizioni previste in queste leggi. In particolare, dobbiamo nominare l’articolo 1945 del codice civile.
Questo articolo prevede che il garante possa presentare, alla banca o a qualunque creditore, tutte le eccezioni previste prima di procedere con il pagamento. Le “eccezioni”, come le intende il codice civile, sono tutte quelle azioni che il garante può intraprendere per posticipare il pagamento o essere del tutto esentato dal pagare.
Un primo tipo di eccezione è proprio il beneficio di escussione. Se questo è previsto dalla fideiussione prestata, la banca non potrà pretendere l’adempimento del garante se quest’ultimo indica dei beni del mutuatario che possono essere pignorati.
Un secondo tipo di eccezione è la nullità del contratto. Il garante potrebbe cercare di dimostrare che il contratto di mutuo è nullo, anche soltanto per prendere tempo.
Un altro articolo da conoscere è il 1941, sempre del codice civile, che stabilisce che la fideiussione deve riguardare solo una parte del debito, oppure deve prevedere delle condizioni meno onerose rispetto a quelle del debitore principale. Questo significa che potrebbero esserci delle garanzie parziali, oppure dei termini di pagamento più lunghi.
In generale, dobbiamo ricordare che la fideiussione è una garanzia accessoria. Esiste solo in funzione di un altro contratto tra un creditore e un debitore principale. Il rapporto tra il garante e la banca è subordinato al rapporto tra il mutuatario e la banca.
Questo può essere fonte di problemi: inadempienze, ritardi, lungaggini burocratiche e altre situazioni che gli istituti di credito vorrebbero evitare. Ecco perché è stato introdotto il contratto autonomo di garanzia.
Implicazioni della fideiussione bancaria a prima richiesta
La fideiussione bancaria a prima richiesta è una particolare forma di garanzia che, pur presentandosi formalmente come una fideiussione, funziona nei fatti come un contratto autonomo di garanzia. Questo accade quando nel testo contrattuale viene inserita una clausola esplicita che prevede il pagamento da parte del garante “a prima richiesta e senza eccezioni”.
In presenza di questa clausola, il garante si impegna a versare immediatamente la somma richiesta dalla banca, senza poter sollevare obiezioni o eccezioni legate al rapporto principale tra il debitore e il creditore. Non può, per esempio, contestare l’inadempimento del mutuatario o la validità del contratto di mutuo: è tenuto a pagare comunque, e subito.
Secondo la Corte di Cassazione (sentenza n. 3947/2010), la sola presenza della clausola “a prima richiesta e senza eccezioni” è sufficiente a trasformare la fideiussione in un contratto autonomo di garanzia, anche se il contratto è formalmente intitolato come fideiussione. Questo comporta l’esclusione delle tutele normalmente previste per il garante nei contratti accessori, come l’art. 1945 c.c., che consente di opporre al creditore le stesse eccezioni spettanti al debitore principale.
In pratica, una fideiussione bancaria a prima richiesta può diventare molto più vincolante per il garante: l’obbligo di pagamento scatta automaticamente su richiesta della banca, senza che ci sia bisogno di dimostrare il mancato pagamento da parte del mutuatario o l’esistenza di un inadempimento effettivo.
Per questo motivo, è fondamentale che il soggetto che si accinge a fare da garante del mutuo legga con attenzione le clausole contrattuali.
Il contratto autonomo di garanzia
Il contratto autonomo di garanzia non è previsto espressamente dal codice civile, anche se ormai è molto diffuso e questo termine è stato usato più volte anche dalla corte di Cassazione.
Questo contratto si distingue per una clausola: “Pagamento a prima richiesta e senza eccezioni”. Significa che la banca potrà inviare una semplice richiesta di pagamento al garante, senza dare motivazioni né prova di inadempienza del mutuatario, pretendendo il pagamento della somma.
Il garante non potrà opporre eccezioni, non potrà far valere il beneficio di escussione né sottrarsi al pagamento in alcun modo. L’unico caso in cui può esimersi dal pagamento è provando il dolo della banca, cioè sostanzialmente dimostrando in modo visibile ed evidente di essere stato raggirato.
L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.
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