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Credito d’imposta: significato e tipologie

24/04/2023

Capire bene cos’è il credito d’imposta e come funziona è diventata un’esigenza sempre più pressante per le imprese di oggi, soprattutto se si tratta di realtà imprenditoriali interessate a usufruire delle varie agevolazioni statali o legate ai fondi del PNRR. Lo Stato supporta le imprese in tanti modi e quando queste partecipano a determinati bandi, può essere riconosciuto loro un credito, da utilizzare per pagare le tasse o compensare i debiti dell’azienda.

L’imprenditore è quindi chiamato ad acquisire competenze fiscali e contributive, anche se supportato da commercialisti e consulenti. Conoscere a fondo le normative che regolano il credito d’imposta, aiuta ad orientare meglio le scelte imprenditoriali e usufruire di benefici fiscali che possono rendere l’impresa sempre più competitiva.

Credito d’imposta: cos’è e come funziona

Quando si parla di credito d’imposta si fa riferimento al credito che un’impresa vanta nei confronti dello Stato e che si può utilizzare per il pagamento dei tributi, per compensare debiti aziendali oppure per chiedere un rimborso nella dichiarazione dei redditi.

Le imprese possono vantare il credito non solo nei confronti dello Stato, ma anche di enti pubblici come INPS o INAIL oppure nei confronti della Regione o del Comune. Il bando che disciplina il credito d’imposta può prevedere dei limiti alla concessione del credito, che ad esempio può avere un tetto massimo oppure può essere limitato ad una percentuale degli investimenti ammessi dalla normativa.

Ad esempio la legge può prevedere il riconoscimento di un credito d’imposta pari al 30% degli investimenti previsti e fino ad un massimo di 500.000 euro. Queste indicazioni permettono all’imprenditore di quantificare il credito a lui riconosciuto e quindi di pianificare gli investimenti in modo più mirato.

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Come si calcola il credito d’imposta

Per calcolare il credito d’imposta è importante conoscere alcune informazioni chiave. Bisogna sapere:

  • quali spese comportano l’agevolazione
  • quali percentuali di spesa prevedono la concessione del credito
  • quali sono i limiti massimi per il credito riconosciuto ad ogni singola impresa.

Come fare il calcolo in caso di un credito d’imposta pari al 30% della spesa e di un tetto massimo di 500.000 euro? Se ad esempio l’imprenditore ha fatto un investimento ammesso dal bando per un importo pari a 600.000 euro, avrebbe diritto ad un credito d’imposta pari a 180.000 euro (cioè il 30% di 600.000 euro).

Tipologie ed esempi di credito d’imposta

Lo Stato in genere prevede il credito d’imposta per:

  • favorire determinati investimenti
  • agevolare determinate categorie d’imprese
  • supportare alcuni settori dell’economia

Ad esempio sono previsti crediti d’imposta per le spese pubblicitarie, per alleggerire il peso dei canoni di locazione durante il lockdown, per incentivare la sanificazione degli ambienti o per dare supporto alle imprese del Mezzogiorno.

Le imprese che hanno scelto di applicare lo sconto in fattura per gli acquisti legati all’Ecobonus, possono farsi cedere il credito dai clienti e ottenere così un credito d’imposta da recuperare tramite il cassetto fiscale dell’impresa.

Spesso i crediti d’imposta sono legati a bonus riconosciuti dallo Stato, come nel caso del bonus facciate rivolto ai condomini (ma cedibile alle imprese) o come nel caso del bonus ristrutturazione.

Ogni bando ha una finalità ben precisa e prevede condizioni che possono di volta in volta cambiare. È fondamentale conoscere i bandi in uscita relativi al proprio settore di attività e rispettare procedure e scadenze, così da non perdere l’opportunità di usufruire di interessanti agevolazioni fiscali.

Credito d’imposta sanificazione

Durante la pandemia lo Stato ha previsto il credito d’imposta per la sanificazione degli ambienti e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale. Questa misura è legata all’emergenza sanitaria e ha riconosciuto alle imprese un credito d’imposta pari al 30% degli investimenti, fino ad un tetto massimo di 60.000 euro.

Credito d’imposta 4.0

Quando si parla di credito d’imposta 4.0 si fa riferimento al credito riconosciuto per l’acquisto di beni strumentali che hanno lo scopo di dare impulso all’innovazione tecnologica e digitale delle imprese.

A seconda della tipologia di investimento, può essere concesso un credito d’imposta che parte da un minimo del 5% dell’investimento fino ad un massimo del 50%. Anche il tetto massimo del credito varia in base al tipo di beni strumentali acquistati e può arrivare fino a 1 milione di euro.

Credito d’imposta prima casa

Anche l’acquisto della prima casa dà diritto ad un credito d’imposta, previsto per chi compra un immobile, ma lo rivende entro un anno per acquistarne un altro.

Grazie al credito d’imposta, le agevolazioni legate all’acquisto della prima casa si estendono anche in caso di acquisto di un secondo immobile dopo aver venduto il primo, purché si rispettino le tempistiche previste dalla normativa. In questo caso si parla di riacquisto della prima casa, che è agevolato dal credito d’imposta.

Credito d’imposta locazioni commerciali

Durante la pandemia, le chiusure forzate delle attività commerciali hanno messo a dura prova tutto il comparto commerciale e industriale, sia per i mancati introiti, sia per la necessità di corrispondere comunque i canoni di locazione per le attività commerciali e d’impresa. È questa la ragione che ha spinto il legislatore a riconoscere un credito d’imposta per le locazioni commerciali.

L’agevolazione è riconosciuta ai soggetti che esercitano attività d’impresa o commerciale e prevede un credito d’imposta che va dal 30 al 60% del canone corrisposto, a seconda del tipo di canone. Il beneficio riconosciuto dallo Stato riguarda solo i canoni di locazione commerciale relativi ai mesi di marzo, aprile, maggio, giugno 2020.

Crediti d’imposta e PNRR: Transizione 4.0 e altre misure

La strada che stanno seguendo i Governi per incentivare la transizione 4.0 è quella di incentivare gli investimenti innovativi, per rendere le imprese sempre più moderne e digitali. I fondi del PNRR si muovono proprio in questa direzione e parte di questi fondi vengono erogati sotto forma di credito d’imposta.

Per tutto il 2022 restano in vigore le agevolazioni per l’acquisto di beni materiali e immateriali “ordinari”, che è supportato dal riconoscimento del credito d’imposta. Questa misura non verrà rinnovata per gli anni successivi, perché l’intenzione del Governo è dare priorità agli investimenti 4.0.

Infatti, le imprese che intendono acquistare beni materiali e immateriali strumentali all’innovazione 4.0, hanno tempo fino al 2025 per partecipare al bando e usufruire del credito d’imposta. Le aliquote previste variano in base all’ammontare dell’investimento, da un massimo del 40% fino ad un minimo del 10%.

I fondi del PNRR andranno ad alimentare anche il comparto ricerca e sviluppo delle imprese, con un orizzonte temporale che si spinge fino al 2031. L’aliquota in questo caso è del 20% o del 10% a seconda dell’anno in cui l’impresa decide di investire nella ricerca di base, applicata o sperimentale.

L’innovazione tecnologica e l’innovazione green sono alcune delle priorità su cui si sta focalizzando l’attenzione dei Governi. C’è tempo fino al 2025 per investire nella transizione ecologica e sfruttare il credito d’imposta collegato a queste spese. Il limite di spesa cresce nel tempo, da un minimo di 2 milioni di euro nel 2022 fino ad un massimo di 4 milioni nel 2025. Al contrario l’aliquota subirà una compressione, dal 15% iniziale fino ad arrivare al 5% degli investimenti nel 2025.

Un altro settore che fino al 2025 sarà incentivato dal credito d’imposta con i fondi del PNRR è quello del design e dell’ideazione estetica. In questo caso il credito d’imposta non potrà superare i 2 milioni, mentre l’aliquota partirà dal 10% della spesa fino a scendere al 5% nel 2025.

 

 

 

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