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Private equity: cos’è e come funziona?

private equity
21/07/2025

Oggi, chi cerca nuove opportunità per far crescere la propria impresa o per diversificare i propri investimenti incontra sempre più spesso il termine private equity, uno strumento chiave della finanza alternativa che consente di investire in aziende non quotate, accompagnandole in percorsi di crescita, ristrutturazione o internazionalizzazione.

Vediamo quali opportunità offre e perché può rappresentare una leva strategica per imprese e investitori.

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Cos'è il private equity?

Il private equity indica una forma di investimento in capitale di rischio rivolta ad aziende non quotate in Borsa, con l’obiettivo di sostenerne la crescita, il rilancio o la riorganizzazione. Si tratta di un’attività finanziaria in cui fondi specializzati acquistano quote di società promettenti o in trasformazione, per poi rivenderle dopo averne incrementato il valore.

Gli attori principali di questa operazione sono i fondi di private equity, veicoli d’investimento che raccolgono risorse da investitori istituzionali, family office o soggetti privati, con una logica di medio-lungo termine.

Come funziona?

Per comprendere come funziona il private equity, bisogna prima di tutto analizzare le tre fasi principali che caratterizzano il percorso operativo di un fondo di questo tipo:

  • Raccolta: il fondo raccoglie capitali dagli investitori, impegnati per un periodo prestabilito (in genere tra 5 e 10 anni). Queste risorse saranno poi utilizzate per acquisire partecipazioni in aziende.
  • Investimento: il fondo seleziona imprese non quotate con potenziale di crescita o di ristrutturazione. Può trattarsi di PMI familiari, aziende in difficoltà o società che necessitano di espandersi, innovare o internazionalizzare.
  • Disinvestimento (exit): dopo un certo numero di anni, il fondo cede la propria quota tramite vendita a terzi, quotazione in Borsa (IPO) o buy-back da parte dei fondatori, con l’obiettivo di realizzare una plusvalenza.

I fondi di private equity hanno caratteristiche ben definite:

  • Durata limitata (tipicamente 10 anni)
  • Obiettivo di rendimento per gli investitori
  • Focus su aziende con margini di miglioramento
  • Coinvolgimento attivo nella gestione strategica dell’impresa target

Il fondo di private equity, infatti, affianca e collabora attivamente con il management delle aziende in portafoglio per mettere in atto le strategie delineate nel Piano Industriale, documento guida che definisce gli obiettivi da raggiungere – come il miglioramento dell’efficienza operativa, la crescita del fatturato e gli investimenti da effettuare – e rappresenta la roadmap per aumentare il valore dell’impresa nel tempo.

La creazione di valore da parte dei fondi di private equity avviene, solitamente, nell’arco di 3-5 anni.

I principali vantaggi del private equity

Il Private Equity rappresenta un’opportunità interessante per imprenditori e investitori, con ricadute favorevoli sull’intero tessuto economico.

I benefici per le aziende

Per le imprese, l’ingresso di un fondo di private equity rappresenta un’opportunità di crescita accelerata. I capitali raccolti permettono di accedere a capitali esterni e di sfruttare l’esperienza manageriale, il know how specifico e la rete di contatti del fondo. In questo modo, le aziende hanno la possibilità di:

  • migliorare l’efficienza operativa
  • rafforzare la governance e la managerialità
  • espandersi su nuovi mercati
  • sviluppare nuovi prodotti o servizi.

Il ritorno finanziario per gli investitori

Dall’altro lato, investire in un fondo di private equity consente di accedere a rendimenti potenzialmente superiori rispetto ad altre asset class tradizionali. Il rendimento è legato al successo della gestione del fondo e al valore generato durante il periodo di investimento.

Ovviamente, prima di investire nel private equity è essenziale valutare attentamente alcuni aspetti chiave: la strategia del fondo, l’esperienza e l’affidabilità dei gestori, i costi previsti e i potenziali rendimenti attesi. In genere, questo tipo di strumento è pensato per diversificare portafogli appartenenti a investitori con patrimoni medio-alti e con orizzonti temporali medio-lunghi.

La differenza tra i fondi di private equity e di venture capital

Private equity e venture capital sono due forme di investimento in capitale di rischio, ma con differenze sostanziali:

  • Stadio di sviluppo: i fondi di venture capital investono in startup o aziende molto giovani, spesso ancora non profittevoli. Il private equity, invece, interviene su imprese già strutturate, con un modello di business consolidato.
  • Obiettivo: il venture capital punta sull’innovazione e sulla scalabilità, accettando un rischio più elevato in cambio di rendimenti potenzialmente molto alti. Il private equity mira a migliorare l’efficienza, la redditività e la governance di aziende mature.
  • Quota di controllo: il venture capital può essere anche di minoranza, mentre il private equity tende ad assumere posizioni di controllo o co-controllo, con un coinvolgimento diretto nella gestione.

In sintesi, il private equity privilegia imprese già avviate e punta a ottimizzarne la struttura, mentre il venture capital investe sull’idea e sul potenziale di crescita esponenziale delle startup.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

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