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Cos’è la finanza comportamentale?

finanza comportamentale
19/05/2025

La finanza comportamentale rappresenta un campo di studio sempre più rilevante nel panorama economico e finanziario contemporaneo. Contrariamente alle ipotesi di perfetta razionalità che spesso sottendono i modelli economici tradizionali, la finanza comportamentale riconosce e analizza l’impatto della psicologia umana sui processi decisionali in ambito finanziario. Essa si interroga su come le emozioni, i pregiudizi cognitivi e i fattori sociali influenzino le scelte di risparmio, investimento e gestione del denaro, offrendo una prospettiva più realistica e completa sul funzionamento dei mercati e sul comportamento degli individui.

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Finanza comportamentale: perché conoscerla

Comprendere la finanza comportamentale è utile per chiunque voglia navigare con successo nel mondo della finanza personale e degli investimenti. Mentre la finanza classica ci fornisce modelli teorici basati su mercati efficienti e operatori razionali, la realtà è spesso diversa.

La finanza comportamentale ci aiuta a capire perché commettiamo errori finanziari ricorrenti, come mai le nostre emozioni ci spingono a prendere decisioni sbagliate e come superare i bias che influenzano le nostre scelte. Questa consapevolezza è il primo passo per migliorare le nostre strategie finanziarie e prendere decisioni più informate, allineando i nostri obiettivi economici con il nostro effettivo comportamento.

Il rapporto tra economia e finanza comportamentale

Il rapporto tra economia e finanza comportamentale è di complementarietà. L’economia tradizionale fornisce i modelli teorici e gli strumenti di analisi, mentre la finanza comportamentale arricchisce questi modelli con una comprensione più profonda dei fattori umani che guidano le decisioni economiche. Questo approccio ibrido permette di spiegare fenomeni di mercato altrimenti inspiegabili e di sviluppare strategie di investimento e politiche economiche più efficaci, tenendo conto delle reali motivazioni e dei limiti cognitivi degli individui.

La psicologia in finanza e negli investimenti

influenzano le decisioni finanziarie, dalle scelte di spesa quotidiana alle complesse strategie di investimenti finanziari.

Comprendere i principi della psicologia finanziaria può essere d’aiuto per riconoscere i nostri punti deboli e imparare a gestirli; ad esempio, la paura di perdere denaro può portarci a vendere i nostri investimenti nel momento sbagliato, mentre l’eccesso di fiducia può indurci ad assumere rischi non calcolati. Integrare la psicologia nella nostra visione della finanza ci permette di valutare come investire i risparmi in modo più razionale e in linea con i nostri obiettivi a lungo termine.

I bias legati alla finanza comportamentale

bias, o distorsioni cognitive, sono “errori” sistematici nel nostro modo di pensare che possono deviarci dalla razionalità nelle decisioni finanziarie. La finanza comportamentale ha catalogato numerosi bias, evidenziando come questi schemi di pensiero, spesso inconsci, ci portino a fare scelte che non sempre sono nel nostro migliore interesse economico. Essi possono essere suddivisi in due categorie:

  • cognitivi, legati al modo in cui processiamo le informazioni: si tratta di pregiudizi e distorsioni mentali che vengono messe in atto inconsapevolmente al momento di fare una scelta
  • emozionali, influenzati dalle nostre emozioni: paura, desiderio, avidità per citarne alcune, interferiscono con le nostre scelte, incluse quelle finanziarie.

I bias più comuni

Tra i bias più comuni che influenzano le decisioni di investimento troviamo:

  • L’eccesso di fiducia, che ci fa credere di essere migliori investitori di quanto realmente siamo, portandoci ad assumere rischi maggiori;
  • L’avversione alle perdite – un concetto centrale nella teoria del prospetto di Kahneman e di Tversky – ci mostra come il dolore di una perdita sia percepito in modo molto più intenso del piacere di un guadagno di pari entità, influenzando le nostre decisioni di vendita e mantenimento degli investimenti.
  • L’effetto ancoraggio: ci porta a fare eccessivo affidamento sulla prima informazione disponibile, anche se irrilevante, nel formare un giudizio o prendere una decisione finanziaria.

Altri bias ricorrenti includono il bias di conferma, che ci spinge a cercare e interpretare le informazioni in modo da confermare le nostre convinzioni preesistenti, e l’effetto gregge, che ci porta a seguire il comportamento della maggioranza, spesso senza una valutazione critica.

In sostanza, la finanza comportamentale ci fornisce gli strumenti per riconoscere i nostri bias e adottare strategie per mitigarne l’impatto nelle nostre decisioni di investimento. Essere consapevoli dell’avversione alle perdite, ad esempio, può aiutarci a evitare di vendere durante le fasi di ribasso del mercato, una reazione emotiva che spesso si rivela controproducente nel lungo termine.

Comprendere l’eccesso di fiducia può spingerci a una maggiore cautela e a una più accurata valutazione dei rischi. Adottare una strategia di investimento ben definita, diversificare il portafoglio e resistere alla tentazione di seguire le mode del momento sono approcci che possono aiutarci a prendere decisioni più razionali e allineate ai nostri obiettivi finanziari a lungo termine.

Finanza comportamentale e decisioni di risparmio

Anche le nostre decisioni di risparmio sono profondamente influenzate dai principi della finanza comportamentale. La procrastinazione, alimentata spesso dalla tendenza a preferire le gratificazioni immediate ai benefici futuri, può impedirci di iniziare a risparmiare con costanza.

Il bias dello status quo invece, ci rende restii a cambiare le nostre abitudini di spesa e in generale a mantenere la nostra situazione attuale, anche quando queste non ci aiutano a raggiungere i nostri obiettivi finanziari. Per superare questi ostacoli, può essere utile automatizzare i nostri piani di risparmio, fissare obiettivi specifici e visualizzare concretamente i benefici futuri del nostro impegno finanziario.

Finanza comportamentale e decisioni sulla previdenza complementare

Le scelte relative alla previdenza complementare sono un terreno fertile per l’applicazione dei principi della finanza comportamentale.

La natura a lungo termine di questi investimenti, la complessità delle opzioni e la distanza temporale dal beneficio possono rendere difficile prendere decisioni ottimali, spingendoci a sottovalutare l’importanza di iniziare a risparmiare per la pensione in giovane età. All’opposto, avere un orizzonte temporale ampio, o molto ampio, permette di ottimizzare la propria partecipazione a fondi pensione aperti o chiusi, ad esempio adottando una strategia di investimento in strumenti finanziari più rischiosi e potenzialmente più redditizi nei primi anni, per poi ridurre gradualmente il livello di rischio con l’avvicinarsi della pensione.

Tuttavia, la finanza comportamentale evidenzia come la persona possa compiere scelte irrazionali che non tengono conto di questo orizzonte temporale esteso, portando a prendere decisioni impulsive come il riscatto anticipato o lo spostamento dei fondi verso comparti meno rischiosi.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

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