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Fondo complementare: perché è così importante per il PNRR

22/01/2024

Il PNRR è un piano ambizioso, complesso e di medio periodo che richiederà lo sforzo di tutti gli ingranaggi dello Stato, privati inclusi. Per rivoluzionare l’Italia, però, non bastano i fondi europei, pur concessi in misura più elevata rispetto a tutti gli altri Paesi. Per questo, l’Italia ha previsto alcuni strumenti finanziari da affiancare ai fondi del Next Generation EU che, seppur di dimensioni più ridotte, sono un elemento fondamentale per la realizzazione di molti progetti. Il più importante è il Piano Nazionale Complementare.

Le origini del Fondo Complementare: cos’è e come funziona

Il Piano Nazionale per gli investimenti complementari al PNRR,

spesso riassunto in Piano Complementare o Fondo Complementare, è stato creato con l’obiettivo di finanziare tutti i progetti ritenuti validi per la ripartenza del Paese e non coperti dal meccanismo UE del Recovery

and Resilience Facility, ossia la sezione più cospicua del Next Generation EU postpandemico. Istituito a maggio 2021, il Piano Complementare stanzia ulteriori 30,6 mld di euro fra il 2021 e il 2026, prevedendo sia interventi esclusivi che cofinanziati con il PNRR.

La complementarità del Fondo si esprime su due fronti:

  • un aspetto progettuale, con l’integrazione di risorse per interventi già previsti nel PNRR,
  • un aspetto di missione, con lo stanziamento di ulteriori fondi per raggiungere gli obiettivi del Piano di ripresa italiano. Anche in questo caso, il Piano Complementare impone alle Amministrazioni di individuare milestone e target di ciascun investimento, chiarificando traguardi iniziali, intermedi e finali con specifici riferimenti alle tempistiche di svolgimento di ogni progetto.

Gli investimenti su cui si focalizza il Piano Complementare sono variegati e spaziano, ad esempio, dalla tutela dell’ambiente al rinnovamento del trasporto pubblico, dalle infrastrutture marittime all’innovazione dei sistemi di assistenza sanitaria territoriale, fino alla digitalizzazione dei servizi per il cittadino. Per quanto riguarda gli interventi cofinanziati con il PNRR, il Mef ha circoscritto, ad agosto 2022, le aree di intervento in 6 schede:

A.1 – Servizi digitali e cittadinanza digitale

A.2 – Servizi digitali e competenze digitali

A.3 – Tecnologie spaziali ed economia satellitare

F.2 – Transizione 4.0

L.1 – Piani urbani integrati

M.1 – Ecobonus e sismabonus fino al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici.

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Piano Complementare e PNRR: le differenze principali

Il Piano Complementare si differenzia dal PNRR su due aspetti principali. In primis, le risorse stanziate sono parallele ai quasi 200 mld, fra prestiti e fondo perduto, che l’UE dovrebbe fornire all’Italia per l’esecuzione del PNRR. Ciò significa che si tratta di fondi interamente pubblici. La seconda differenza, conseguente alla prima, riguarda il monitoraggio: in quanto fondo nazionale, il Piano Complementare non è soggetto ai controlli periodici delle istituzioni europee. Un aspetto che ha conseguenze operative e politiche: senza vincoli esterni, c’è una maggiore flessibilità dalla parte delle Amministrazioni nelle tempistiche di esecuzione dei progetti e, inoltre, un cambio di Governo non esclude la possibilità di una redistribuzione delle risorse.

La conseguenza operativa è confermata dalla Ragioneria di Stato che, periodicamente, pubblica un report sullo stato dei lavori del Fondo Complementare. Dallo storico del monitoraggio emerge come le scadenze siano state tutte rispettate fra il 2021 e la metà del 2022. Dal quarto trimestre dello stesso anno, invece, lo stato di avanzamento dei lavori ha rallentato, con un aumento notevole delle opere in ritardo. La revisione del PNRR, voluta dal governo Meloni e approvata dalla Commissione UE, prevede l’adeguamento di target e tempistiche del Fondo Complementare alle nuove necessità del Piano italiano. Il coordinamento tra PNC, risorse politiche di coesione e fondo di sviluppo e coesione sarà fondamentale per la buona riuscita dei progetti. Secondo Raffaele Fitto, Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, “con la revisione il Governo ha liberato importanti risorse che risulteranno strategiche per la crescita strutturale del Paese, attraverso provvedimenti finalizzati allo sviluppo del sistema produttivo e a garantire una alta qualità della spesa. I risultati finora ottenuti confermano la validità del percorso intrapreso e del metodo di lavoro adottato”.

Contenuti editoriali a cura di Class CNBC

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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